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La storia di Capitignano tra Romani e antiche divinità

Giano è il dio dell’inizio, ha due volti per guardare avanti e indietro. Per guardare al passato e al futuro. Quale migliore divinità allora può accompagnarci in questo mese di Gennaio.
Giano è il dio delle porte. Dei passaggi, in generale. Un po’ come gli orchi che si nascondono sugli usci o al più grande passaggio della mezzanotte.
Allora, con uno sguardo al 2017 appena passato e uno al 2018 cominciato, auguriamoci che, ”chiudendosi una porta, si apra un portone”.

Giano

Giano

La figura di Giano Bifronte nella storia 

Giano Bifronte è un’antica divinità romana. Non ha corrispondenza tra le divinità greche ed etrusche. La sua figura nella mitologia è accostabile al nostro dio. Creatore di ogni cosa e senza alcuna discendenza, era presente alla formazione dei quattro elementi. Persino Giove è figlio di Saturno, ma Giano è Super Partes e non ha legami familiari. Detto anche Divum Deus o Pater.

Per la derivazione del nome Ianus da Ianua, ”porta”, una rappresentazione del dio veniva posta presso ogni ingresso, per proteggerne l’entrata e l’uscita. Motivo per cui è raffigurato col doppio volto e in mano reca una chiave e un bastone.
Nella zona del fiume Picentino, le divinità locali erano proprio Giano e Giunone.

Capitignano Giffoni Sei Casali

Il legame tra Giano e Giffoni Sei Casali

La dominazione romana affliggeva la popolazione, che si alleò con Annibale. Ma quando questi fu richiamato in Africa contro Scipione, dopo trentaquattro anni di assenza, i legionari romani ebbero la meglio sulla popolazione.
In senso di disprezzo e di potere, Silla fece decapitare le statue delle due divinità. Si innalzò su una collina un tempio a Giove, innanzi al quale venne deposto il capo di Giano.
Nacque così Caput Ianu, poi Capo Tignano. Oggi Capitignano. All’epoca, uno dei più rigogliosi e bei centri della Regione Picentina.

Importante centro agricolo e commerciale. Oggi ancora il più popoloso e importante dei Casali, sede degli Uffici Comunali. Qui si formarono pian piano i nuovi villaggi, riuniti in seguito sotto lo Stato di Giffoni.
Dominato dai Longobardi nel Medioevo e divenuto autonomo nel 1808 come Comune di Giffoni Sei Casali. E se predecessore di Giano potrebbe essere solo il dio sumero Usmu, senz’altro a Salerno ne abbiamo un discendente.
Anche San Matteo nella cripta del Duomo è raffigurato bifronte. Il che ha sempre valso ai salernitani l’appellativo spregiativo di doppia faccia. Il motivo di questa rappresentazione è invece benevolo. Il nostro San Matteo, in questo modo, può proteggere i salernitani da ogni angolazione.

La storia di Capitignano tra Romani e antiche divinità ultima modifica: 2018-01-18T11:14:54+01:00 da Erika V Mogavero

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