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INTERVISTE

Una vita in piscina: la storia di Ladislao

Ladislao Palumbo

“Da piccolo i miei genitori mi hanno portato in piscina, dovevo fare uno sport necessariamente. Avevo tre anni e mezzo, e all’epoca era aperta a tutti. Il nostro primo allenatore non guardava a noi bambini, entravamo in acqua e giocavamo. Con gli anni ho imparato a conoscere l’acqua, a prender confidenza fino a quando non è diventata il mio elemento”. Ladislao Palumbo, salernitano, è stato un grande nuotatore specializzato nello stile del delfino. Oggi, a 66 anni, racconta la sua storia con la passione di chi ha toccato i gradini più alti.

Ladislao Palumbo (in basso al centro)

Gli inizi

“Fino a 8 anni ho giocato, dopodiché sono stato indirizzato alla pallanuoto nella storica società della Rarinantes. La Salerno natatoria è sempre stata fissata, per modo di dire, con la pallanuoto”. Ma Ladislao non amava la pallanuoto, e alla sua prima e unica apparizione “mi ruppero il naso in una partita a Napoli. E da allora non ne ho proprio più voluto sapere” dice ridendo. La vita sportiva di Ladislao cambia però quando incontra l’allenatore napoletano Enzo Fusco, che insegnò ai ragazzi i vari stili di nuoto. Ladislao, dopo una spiegazione, fu scelto casualmente per provare il delfino, “ed entrai in acqua. Avevo quasi 9 anni e feci all’epoca uno dei migliori tempi italiani della mia età. Da quell’episodio iniziai a fare delfino sotto la guida di Enzo Fusco, e nel giro di due anni partecipai alle prime gare”. E arrivarono i primi trionfi.

Ladislao Palumbo (al centro)

Un talento immenso

Talento cristallino quello di Ladislao, e quando si è bravi tutti ti notano e i riflettori ti puntano insistentemente. La pressione Ladislao non l’accusò e vinse più volte i campionati italiani. “A 16 anni fui convocato in nazionale, e fu una grande emozione perché a esser convocati erano soltanto due nuotatori per ogni stile. A Parigi nel ’67 vinsi un quadrangolare con Francia, Spagna e Germania, e feci segnare un tempo tra i 10 migliori del mondo. La mia prestazione fu la migliore europea a livello giovanile”. A 17 anni e mezzo però Ladislao lasciò di stucco tutti lasciando il mondo del nuoto. “A quell’età non hai piena coscienza di ciò che potresti perdere. E io covai vari rancori, soprattutto nei confronti dei miei genitori”. Oggi Ladislao insegna nella sua società, la Nuoto Club Delfino Salerno. L’età e i rancori passano, ma la passione sarà per sempre viva.

Una vita in piscina: la storia di Ladislao ultima modifica: 2017-11-03T09:05:28+01:00 da Marco Fummo

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