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ARTE E CULTURA

1943: Lo Sbarco degli alleati a Salerno

Lo Sbarco degli alleati nella memoria storica di Salerno

Lo Sbarco degli Alleati a Salerno, nome in codice Operazione Avalanche.
Fa parte di un passato storico glorioso e pesante. Forse troppo pesante da ricordare. Pochi di noi sanno, o perlomeno tengono a mente, che Salerno è stata la prima Capitale del Governo Italiano Libero. Seppur per poco.
Eppure, chi c’era all’epoca, non dimentica ”Ciccio u ferroviere” e le bombe serali a scadenza regolare.
Parliamo dello sbarco degli alleati che intendevano raggiungere Napoli, per rifornire le truppe impegnate sul fronte italiano.

Inglesi a Salerno

Già firmato l’Armistizio, gli Alleati pensarono di trovare via libera. Assegnarono la campagna Avalanche ad un giovane ed inesperto generale Mark Wayne Clark, collaboratore di Eisenhower.
La notte del 9 settembre 1943, americani e inglesi trovarono i tedeschi ad attenderli nella Piana del Sele. La guerra era arrivata in casa. Duecentomila  soldati Alleati, centinaia di navi da guerra coprivano l’orizzonte e i combattimenti durarono all’incirca un mese. Di stanza nel Golfo di Salerno, c’era anche il Generale Gonzaga, comandante della 222′ divisione costiera. Uno dei nomi della Seconda Guerra che oggi leggiamo sulle vie che percorriamo quotidianamente.

Perché la scelta su Salerno

In realtà, la Piana del Sele sembrava fornire possibilità di riparo e attacco anche ai tedeschi. La costa sabbiosa era dominata da pericolose alture che permettevano ad eventuali difensori di tenere sotto tiro le navi in rada.
I canali di cui era piena la piana bonificata facevano persino da ostacolo alle truppe alleate. Ma Salerno era posizionata in un punto nevralgico per l’avanzata delle operazioni e il vicino aereoporto di Montecorvino poteva servire da base per i caccia che dovevano proteggere il golfo.

Il corso degli eventi

Il Sele formava un confine naturale. Gli Americani sarebbero passati per Altavilla e gli Inglesi da Eboli e Battipaglia. Altri battaglioni avrebbero coperto il percorso tra Nocera e Vietri.
La minaccia più immediata proveniva da Salerno. Mentre gli alleati erano attesi direttamente a Napoli.
In realtà, l’aereoporto non fu mai conquistato e la quinta Armata fu così costretta ad affidarsi agli aerei provenienti dalla Sicilia o alle piccole portaerei di scorta britanniche.
Errori furono commessi da entrambi i lati. Nonostante ciò, tedeschi non furono in grado di sfondare le difese e furono costretti a ritirarsi sulla Linea del Volturno.
La storia proseguì, come sappiamo, verso la conquista del Nord Europa, con lo sbarco in Normandia, programmato per il 6 giugno dell’anno successivo.

Salerno War Cemetery

Museo dello Sbarco e di Salerno Capitale

Salerno è una miniera di cimeli. Il mare ha riportato alla luce parti di quelle navi che arrivarono presso le nostre coste quel settembre del ’43. E così anche le fondamenta dei nostri palazzi o i boschi sulle alture nascondono ancora resti e reperti della Seconda Guerra Mondiale.
Molti sono i cimeli conservati nel Museo dello Sbarco e di Salerno Capitale . Inaugurato nel settembre del 2012, in occasione del 69° anniversario dell’Operazione Avalanche.

I reperti esposti, provenienti dalla collezione dell’associazione Parco della memoria della Campania, sono circa 200.
Video inediti dello sbarco, fotografie, medaglie, divise, armi. Persino veicoli rari da vedere, come un M4 Sherman e un vagone ferroviario piombato, che i nazisti utilizzavano per deportare gli ebrei italiani nei campi di concentramento.
Il Salerno War Cemetery di Pagliarone di Montecorvino ospita 1850 soldati di quei ventitremila che sbarcarono per liberarci dai tedeschi. In centosette, restano tutt’oggi ignoti.

https://salerno.italiani.it/pezzi-storia-museo-dello-sbarco-salerno-capitale/

1943: Lo Sbarco degli alleati a Salerno ultima modifica: 2017-12-21T08:31:25+01:00 da Erika V Mogavero

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