Il Convento di Sant’Andrea domina dall’alto la città di Nocera Inferiore insieme al famigerato Parco Fienga. Scopriamo insieme tappa per tappa la nascita e lo sviluppo del complesso conventuale di Sant’Andrea. In più, comprenderemo il ruolo dei frati cappuccini che per molto tempo lo hanno abitatato.
‘Ngopp Sant’Andrea
Il convento di Sant’Andrea sorge in zona Arenula a Nocera Inferiore in Provincia di Salerno. A piedi, partendo dalla Basilica di Sant’Antonio, in pochi minuti si arriva ‘Ngopp Sant’Andrea. Qui sul fianco della collina del Parco sorge il complesso di Sant’Andrea, da secoli punto di riferimento per i nocerini grazie alla sua posizione sopraelevata. Nel 1563 il terzo duca di Nocera, Alfonso Carafa, fondò il convento e la chiesa per i frati minori cappuccini. Inoltre, il duca donò un’ingente somma di denaro e il suolo per la costruzione del complesso, dove sorsero il convento e il giardino. Furono i monaci a dedicare la chiesa a Sant’Andrea apostolo.
All’epoca il suolo, donato dal duca Carafa, si presentava selvoso e sterile. Solo dopo la costruzione della chiesa iniziò a pullulare di vita e ad iniziare la sua storia. Il Vescovo nocerino Paolo Giovio il giovane benedì la prima pietra posta. L’edificio è a pianta quadrata e tutt’oggi conserva intatte le mura che racchiudevano il convento. Il complesso conventuale di Sant’Andrea nel 1631 risentì di numerosi danni causati da diversi terremoti che si susseguirono prima e durante l’eruzione del Vesuvio. Subito i nocerini si rimboccarono le maniche per restaurare il convento e la chiesa di Sant’Andrea, riuscendo a reperire la somma di 1.000 ducati.
Ti vedo, mi vedi?
Il complesso conventuale di Sant’Andrea guarda verso Nocera Superiore e Cava de’ Tirreni. Dal convento proseguendo per il Sentiero 1 si può raggiungere la seconda cinta muraria del castello Fienga fino alla vecchia cisterna. Mentre imboccando il Sentiero 2 si giunge alle porte del castello medievale Parco Fienga.
Convento di Sant’Andrea: curiosità
Costantemente i frati cappuccini si occuparono del popolo nocerino con amore e dedizione attraverso l’azione religiosa e sociale. Viceversa i nocerini ringraziavano i frati attraverso beni materiali e servizi di manutenzione. Un esempio della cura dei frati verso la popolazione è dato dall’episodio della peste nel 1656. I frati decisero di abbandonare le mura sicure del convento per prendersi cura degli appestati, riuscendo a fornire un conforto religioso e umano alle persone colpite dal morbo.
Nel 1860 leggi eversive soppressero il complesso conventuale, ma i frati non abbandonarono le mura del convento, bensì trasformarono il locale in una casa di ricovero per anziani. Nel 1897 Angelo Gambardella riscattò il convento facendo tornare luogo di spiritualità francescana e centro missionario. La struttura ritornò ad essere luogo di formazione e di studio per i chierici. Successivamente il complesso di Sant’Andrea perse la veste monastica che da sempre la contraddistinse.