Il Ponte dei Diavoli: dove ingegnosità e leggenda si fondono – itSalerno

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CURIOSITÀ

Il Ponte dei Diavoli: dove ingegnosità e leggenda si fondono

Ponte Dei Diavoli visto da Via Arce

Le leggende hanno sempre esercitato un fascino incredibile per chi le ascoltava. I salernitani, narratori di una bravura invidiabile, portano con loro storie mirabolanti e, sicuramente, dalla dubbia certezza ma non peccano di noia. E’, in ogni caso, piacevole rimanere ad ascoltare le leggende della città e dei suoi territori. Dalle storie più drammatiche a quelle più romantiche, dalle più paurose alle più strabilianti, le leggende non sono avare di luoghi misteriosi. Uno di questi è il Ponte dei Diavoli, circondato da una storia inspiegabile.

Il Ponte dei Diavoli: una struttura ancora in piedi dal IX secolo

Con i suoi 21 metri di altezza e 650 di lunghezza, il Ponte dei Diavoli è un opera d’ingegno invidiabile e ancora oggi affascina i passanti, nonostante sia più corta rispetto alla sua costruzione originale. Ai piedi del colle Bonadies e del Castello Arechi, l’acquedotto venne costruito per sopperire alla mancanza d’acqua del Monastero di San Benedetto e in seguito anche del convento della Piantanova. Serpeggiando silenzioso per la città, il Ponte dei Diavoli vanta ben due fonti: una a nord, tra le colline, e un’altra dalle alture situate ad est della città. Le due code dello stesso acquedotto si ricongiungono nei pressi di Via Arce, toccando anche le mura della città vecchia. Nonostante la bellezza storica e architettonica, i salernitani del passato non ne seppero immediatamente intravedere la magnificenza. La storia, infatti, iniziava ad avere le sue origini.

Disegno del Ponte dei Diavoli

Una nascita infernale o un passaggio per l’Inferno?

Sono ben tre le leggende che avvolgono nel mistero il Ponte dei Diavoli e tutte di notevole interesse. La prima attribuisce la costruzione del Ponte dei Diavoli al mago Pietro Barliario che si avvalse dell’aiuto dei demoni e degli spiriti malvagi. Grazie a loro, infatti, l’alchimista riuscì a innalzare l’acquedotto in una sola notte e scatenò la paura nei popolani. Una seconda leggenda, invece, ammonisce i passanti: il Ponte dei Diavoli dovrebbe essere un passaggio per l’Inferno e durante le prime ore del mattino si possono incontrare i demoni. Indubbiamente, queste leggende si cibano della paura e dell’ignoranza del popolo che non si seppe spiegare la strana forma degli archi, inusuale per l’epoca. Per la prima volta, infatti, vennero utilizzati archi a forma ogivale, sconosciuti ai più e ciò causò diffidenza e panico. Per le loro fattezze, all’epoca inquietanti, per il popolo doveva trattarsi inevitabilmente di un maleficio.

Foto in bianco e nero del Ponte dei Diavoli

Il Ponte dei Diavoli come luogo di incontro: dall’ignoranza alla medicina

L’ultima leggenda ricalca la storia di Salerno e la sua identità e fa prevalere la saggezza sull’ignoranza. Secondo un’altra storia, difatti, il Ponte dei Diavoli fu il luogo del primo incontro tra i quattro mitici fondatori della Scuola Medica Salernitana: il latino Salerno, Ponto dalla Grecia, l’arabo Adela e l’ebreo Elino. Questa trama deve la sua origine alla storia della città di Salerno che da sempre è stata un crocevia commerciale e ancora oggi conserva quel fascino. Sottolineando il modello di integrazione tra popoli e culture, Salerno vedeva come fonte d’ispirazione il passaggio di persone diverse per luogo di nascità, opinioni e religione, non fermandosi davanti ai pregiudizi. Il Ponte dei Diavoli non è altro che un emblema leggendario dell’orgoglio e fratellanza di Salerno.

Il Ponte dei Diavoli: dove ingegnosità e leggenda si fondono ultima modifica: 2019-09-06T09:00:30+02:00 da Elena Morrone

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