I Saraceni e la giovane Ermegalda
Siamo intorno all’882. La storia, come di consuetudine, si fonde con le leggende che si tramandano. Soprattutto nella nostra terra, dove i racconti li riporta a riva il mare.
I Saraceni arrivano ad occupare Agropoli, strappandola ai Bizantini. Una sola giovane è presente nell’intera flotta dei conquistatori. È Ermegalda, la figlia del Capitano. Che ben presto questi incorona regina, autoproclamando re sé stesso.
La giovane donna è straniera, i suoi abiti sempre scuri mettono in risalto la sua pelle olivastra e per questo il popolo le associa il soprannome di ”Regina Verde”.
Nonostante il colore del suo volto, porta con sé potere e bellezza. Gli spasimanti non mancano affatto, ma la giovine non si concede e non può nemmanco mescolarsi alla plebe.
Eppure, passeggiando sulla spiaggia di Trentova, comincia a notare un pescatore che tira sù le sue reti.
Agropoli
L’ amore tra Regina e pescatore
Giorno dopo giorno, gli sguardi sono ricambiati e l’amore cresce. La giovane Regina non può più usare il suo rango come scudo, persino il suo volto si fa rosato.
Tutti i giorni aspetta il suo amato nel loro capanno, per amarlo in segreto. In un quadro romantico, tra le onde e le rocce scolpite dal vento.
Ma un giorno di tempesta la Regina Verde dovette aspettare il suo pescatore invano.
Il suo amore fu perduto. Lo attese tre giorni e tre notti, poi dal dolore il suo volto tornò verdognolo.
lo scoglio di Tresino
Una fine infinita come il Mare
La sua tragica scelta fu quella di seguirlo nel profondo del mare. Salì sul vicino promontorio e si lanciò tra le braccia di Poseidone.
Pare che proprio sul promontorio di punta Tresino, quell’altura nel territorio di Agropoli, ma oggi comune di Castellabate, si ergesse nel VI sec. a. C. un tempio dedicato al dio del mare.
Poseidone ebbe pietà della giovane innamorata e la tramutò in una ninfa. E scolpì uno scoglio col sale delle sue acque, dedicato a Lei. Ermegalda continuò a vivere, così, in una grotta ai piedi del promontorio. Tutta la vita in memoria del suo amato, mai più riportato dalle onde.
E i pescatori del borgo giurano di sentirne ancora i lamenti disperati, nelle notti di tempesta.