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CURIOSITÀ

Le leggende di Agropoli tra mito e realtà

Leggende - Dei gabbiani affacciati dalla scogliera

Halloween sicuramente è lontano, quindi le storie e le leggende sono forse un po’ fuori luogo. Tuttavia, non perdono la loro aura di mistero. La nostra provincia, così come anche molte altre, è costellata di leggende, come quella sugli archi del diavolo, ma anche ad Agropoli le storie non mancano. Sicuramente siamo tutti cresciuti per credervi, ma perchè non concedersi la lettura e appagare un po’ la curiosità sul nostro territorio così affascinante ed enigmatico?

La Regina Verde: le leggende come inno d’amore

La leggenda conosciuta ormai solo dalle persone più anziane di Agropoli racconta che quando i Saraceni sbarcarono ad Agropoli, vi era una sola donna, Ermegalda. Nonostante il suo viso dal colorito verde, era di bell’aspetto e divenne ben presto la donna più bella della cittadina. Le leggende narrano, però, che nonostante le sue origini nobili, si innamorò di un umile pescatore della baia di Trentova. Il suo viso iniziò a mutare, diventando rosa, ricalcandone l’amore e l’affetto. Una tempesta, però, non risparmiò il suo amato, facendolo soccombere nelle acque buie del nostro mare. Passarono tre giorni e tre notti, ma egli non tornò. Secondo la leggenda, Ermegalda si buttò da una rupe, per porre fine alla sua vita così drammatica. Il dio del mare, però, decise di salvarla, trasformandola in una ninfa. Ancora oggi, però, con l’eco delle onde del mare, riecheggiano le sue urla disperate.

Leggenda - La foresta incantata attraversata dalla luce soffusa

L’inizio delle leggende: la tempesta

Era il XVIII secolo e noi, nati con la tecnologia e le comodità, possiamo solo immaginare quanto fosse difficile vivere allora. Ad Agropoli, specialmente, in quel periodo si consumava la carestia e la pestilenza. I tempi erano bui e crudeli per la cittadina che noi oggi conosciamo come risplendente e trasudante di vita. Fu in quel momento che, nonostante la tempesta che infuriava sul litorale, i pescatori decisero comunque di addentrarsi nelle acque profonde. Le loro famiglie erano stremate e i pesci erano il loro unico cibo, poichè si pensava che i capi di bestiame fossero i portatori della malattia. Armate di coraggio e altruismo, tre barche partirono con i marinai più forti e giovani. La pesca sembrava promettere bene ma un’onda li travolse, segnandone il triste destino. Le leggende, però, raccontano anche altro.

Leggende - Il mare in tempesta, minaccioso e burrascoso

Il salvataggio dei Santi

San Pietro e San Paolo, commossi dalla crudeltà degli eventi e dalle grida disperate delle donne in attesa dei mariti, decisero di dare una seconda occasione di vita agli abitanti di Agropoli. Secondo la leggenda, trasformarono i marinai morti in mare in gabbiani, uccelli fieri e indomiti, che nemmeno la tempesta poteva scalfire. Ancora oggi, i gabbiani ad Agropoli sono visti con rispetto, non solo in onore di questa leggenda. I nobili volatili segnalano ai marinai che si spingono al largo le tempeste in arrivo. I pescatori della cittadina, invece, non gli fanno mai mancare del cibo, come a ringraziarli della loro premura.

Leggende - Vista da uno scorcio di Agropoli

San Francesco ad Agropoli

Durante un suo discorso religioso, il noto santo si rivolse agli animali, da sempre i suoi più grandi amori. I pesci e gli uccelli lo ascoltavano, destando lo stupore degli abitanti di Agropoli. A simboleggiare questo amore, l’acqua durante l’alta marea non supera mai lo scoglio dove risiede la croce per San Francesco. Anche le tempeste più burrascose, infatti, non dominano la vista della croce sullo scoglio che, secondo la leggenda, fu eretto nel 1222.

Le leggende di Agropoli tra mito e realtà ultima modifica: 2019-04-22T09:00:28+02:00 da Elena Morrone

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