Salerno a cavallo tra Medioevo e Rinascimento
Il XV secolo fu, per la città di Salerno, un periodo ricco di controversie e lotte politiche. Imperversava, infatti, la battaglia tra le due casate reali degli Angioini e degli Aragonesi. I signorotti che vivevano nella città si allearono con loro una volta con uno, una volta con l’altro.
Anche in un periodo forse fin troppo contraddistinto da guerre e alleanze sottobanco, Salerno viveva la transizione dal Medioevo al periodo rinascimentale. Indubbiamente, sarà stata affascinante e frizzante come oggi. Difatti, non mancavano figure di spicco che portavano lustro alla città.
Uno tra questi, è la figura misteriosa quanto interessante di Masuccio da Salerno.
Amore medioevale
La vita di Masuccio
Sebbene il luogo di nascita di Masuccio non sia certo, si fa risalire a Salerno o, molto meno probabile, a Sorrento. Il suo cognome, Salernitano, ricalca infatti le origini della sua famiglia.
Iniziò gli studi ecclesiastici che abbandonò poco dopo per perseguire la sua carriera da funzionario pubblico. In lui però già ribollivano gli ardori della scrittura, anche a seguito della sua partecipazione alla corte di Alfonso d’Aragona.
Frequentò infatti l’ambiente umanista, conoscendo personaggi di spicco come Giovanni Pontano. Trasferitosi quindi a Napoli, inebriato dal clima culturale, ebbe modo di iniziare a scrivere il suo Novellino. Questo è composto da una raccolta di cinquanta racconti satirici e grotteschi. Fu pubblicata in seguito alla sua morte nel 1476.
Scritta di Masuccio
Il Novellino
Intrepido e sprezzante della tradizione, Masuccio preferì impostare il suo Novellino diversamente da come si faceva all’epoca. In netta contrapposizione con lo stile di Boccaccio, egli non inquadrò i suoi racconti in una cornice. Satirico e fortemente anticlericale, la raccolta fu purtroppo scritta nell’indice dei libri proibiti.
Non mancano poi forti e brute critiche alle donne, con toni grotteschi e comici allo stesso tempo. Ciò nonostante, la sua opera ha un valore storico e letterale altissimo. Non a caso, una delle sue novelle fu di ispirazione per Romeo e Giulietta.
Romeo e Giulietta
Una storia salernitana a Londra
Nella cara, vecchia Inghilterra, la tragedia di Romeo e Giulietta è una istituzione. Ma se a Londra ci sono rappresentazioni dell’opera shakespeariana, pochi in Italia sanno che fu un salernitano ad ispirarla. La storia di Mariotto e Ganozza raccontata da Masuccio ricorda ampiamente la sfortunata sorte dei due giovani amanti. Mariotto e Ganozza, nobili amanti della città di Siena, decidono di sposarsi ma la storia degenera poiché egli diviene omicida dopo aver ucciso un uomo ed si ritrova costretto a fuggire dalla città Toscana.
Ganozza allora dopo aver inscenato la sua morte, si traveste da prete. Mariotto, intanto, è tornato in città e scopre della – finta – morte dell’amata. Il finale, purtroppo, è lo stesso sia per Romeo e Giulietta sia per Mariotto e Ganozza: entrambi i giovani muoiono per l’amore per l’altro.
Diversamente dal teatro di Shakespeare che ci introduce in un panorama Veronese della fine del 1500, Masuccio descrive un clima mediterraneo e forse anche più spensierato di più di cento anni prima conducendoci fra i colori della Toscana.