I proverbi fanno parte della cultura del nostro paese. I modi di dire, a Salerno come nell’area del Cilento, appartengono alla realtà tradizionale da secoli. Nei tempi passati sono nati dall’esperienza di un vissuto esperenziale autentico. Non a caso ancora oggi si ripetono. In particolare, in questa occasione, daremo uno sguardo a quelli legati alle condizioni climatiche. Partiremo dai più celebri in panorama nazionale, fino a raggiungere quelli locali.
Un proverbio è…
Definire un proverbio è abbastanza semplice nell’immaginario collettivo. Tuttavia quando è necessario fornire una definizione, la condizione diventa più difficile da affrontare. Generalmente possiamo dire che, un proverbio esprime una verità accettata popolarmente. Molti modi di dire ci giungono dai tempi lontani. È complicato risalire all’origine. Di conseguenza anche accettare il significato è difficile. Senza dubbio raccolgono l’esperienza di secoli di storia. Così accade pure a Salerno e in particolare nel Cilento. Nella parte meridionale della provincia, oltre ai più noti che interessano un territorio ben più ampio, insistono numerose varianti locali. Spesso richiamano i luoghi. È il caso, ad esempio, di un noto detto che interessa la zona collinare che si affaccia sul mare. Quanno è scuro a la Licosa, piglia la zappa e bba la posa. Letteralmente si evince anche il significato: quando il cielo è buio a Licosa, prendi la zappa e posala.
Come catarenea…
Uno dei detti più noti che appartiene all’area campana, è di certo “Come Catarenea accussì Natalea”. Il significato letterale non lascia dubbio. Si ha la convinzione che il tempo avrà la stessa condizione a Natale e a Santa Caterina. Cosa ci sarà di vero? Le due ricorrenze sono poste ad un mese di distanza. Il Natale, il 25 dicembre, si trova all’inizio dell’inverno mentre, Santa Caterina, il 25 novembre, nella seconda parte dell’autunno. Le diverse sfumature dialettali testimoniano una diffusione abbastanza capillare. E’ presente nell’intera penisola. Tuttavia, una resistenza maggiore la si trova nel Meridione d’Italia e in particolare in Campania. Il proverbio, fonda la sua popolarità proprio sull’importanza delle due occasioni. E dunque Come Catarenea accussì Natalea può di certo considerarsi tra i detti meglio conservati nella nostra penisola. Singolare è l’intreccio che si origina con Santa Barbara: Come Catarenea, accussì Barbarea, come Barbarea accussì Natalea.
Proverbi: la Candelora
Tra i proverbi è forse uno dei più noti. Pretende che l’inverno sia finito se il tempo è mite oppure va avanti per altri quaranta giorni. Si chiove a Cannelora ra lu vierno simo fora ma si neveca o mena viendo quaranda juori re maletiembo. E ancora: la ‘Cannelora’ e ‘Santo Jasi’, come ‘la Befania’ si esprimono in ‘la Befania ogni festa porta via’; responne la Cannelora: nge so io angora. Dal Cilento e nella panoramica partenopea a Candelora Vierno è fora! responne San Biase: Viern mo’ trase! Rice la vecchia rinta la tana: nce vole nata quarantana! Canta lu monaco rinda lu refettorio: tanno è estate quanno è Sant’Antonio! Seppur legato ad una importanze ricorrenza, parte del proverbio risuona a tratti di difficile comprensione. Il motivo è sostanzialmente dovuto alle numerose varianti che creano una certa confusione. Tanto da ritrovarci, in alcuni casi, su fronti praticamente opposti.