8 Marzo vuol dire ”parità di diritti”: Festa della donna
Il giorno della Festa della donna è occasione ormai centenaria per ricordare la nostra emancipazione. Le lotte per l’uguaglianza dei diritti, le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, ma per mantenere alta l’attenzione anche verso quelle donne sfruttate e discriminate ancora in tutte le parti del mondo.
L’8 Marzo è anniversario di molte iniziative in questo campo, ma non dell’incidente passato alla storia come simbolo della lotta femminista. L’incendio alla di dubbia esistenza fabbrica Cotton. In realtà, c’è stata una sorta di crasi storica. Il più grave incidente industriale della storia di New York fu in una fabbrica tessile sì, la Triangle, ma in realtà il 25 Marzo.
E anche se la maggioranza delle vittime fu di sesso femminile (123 donne e 23 uomini), si trattava più che altro di una minoranza etnica, di giovani immigrati italiani ed ebrei, sfruttati oltre l’orario di lavoro senza riserve.
E come mai è stata scelta proprio la mimosa per celebrare le donne in questo giorno?
L’unico albero fiorito prima della Primavera è proprio quello delle mimose. Con le sue sfere giallo vivo, morbide e profumate. Fu così che nell’immediato dopoguerra l’U.D.I. la scelse come simbolo di questa ricorrenza.
Il dolce tipico che tutte noi prepariamo per l’8 Marzo, da gustare con le amiche, o in famiglia, è proprio quello che ne porta il nome e ne sembra cosparso.
La Voce femminista nel Salernitano
Nel ’76, l’ultimo convegno femminista nazionale si tenne a Paestum. Da allora, il movimento delle donne ha continuato a diffondersi attraverso associazioni, case delle donne, centri antiviolenza, consultori, riviste…
Tante cose sono cambiate ma “le istanze del femminismo radicale sono vive e vegete. E sono da rimettere in gioco, soprattutto oggi, di fronte agli effetti di una crisi che sembra non avere una via d’uscita e a una politica sempre più subalterna all’economia”.
Questa una parte dell’invito al Convegno avuto proprio a Paestum più di recente. Trentasei anni dopo lo storico meeting nazionale. Accorse circa 600 donne da tutta Italia, per trattare argomenti purtroppo sempre attuali.
Tema centrale del 1976, ” Corpo e sessualità”.
Le donne volevano far capire che la differenza tra i sessi sta alla base della realizzazione personale, della giustizia sociale. Che le doti femminili sono una forza e non una debolezza. Capacità come l’ascolto, la mediazione, spiccata sensibilità, l’affettività.
Alle grida di ”Tremate, tremate, le streghe son tornate”, oppure ” L’utero è mio e me lo gestisco io”, le donne del ’76 tentarono una vera e propria rivoluzione. Volevano scuotere l’intera società, le coscienze di tutti. E ci riuscirono, evidentemente. E noi dobbiamo essere grate e fiere di questo nostro passato.
Ora che sappiamo cosa stiamo mangiando, vediamo la ricetta della Torta Mimosa.
Vi propongo quella di Sal De Riso, tanto per continuare a giocare in casa.
Ingredienti
Per il pan di spagna
4 uova
8 tuorli
220 gr di zucchero
200 gr di farina 0
40 gr di fecola di patate
500 gr di Crema chantilly al limone
Per la bagna
300 gr di acqua
150 gr di zucchero
scorza di limone
sciroppo d’ananas
da scaldare sul fuoco per far sciogliere lo zucchero. Una volta raffreddata, aggiungere il limocello secondo i vostri gusti.
Montiamo le uova intere ed i tuorli, a temperatura ambiente, con lo zucchero per circa 10 minuti. Incorporiamo la farina e la fecola setacciate insieme. Trasferiamo il composto in una tortiera precedentemente imburrata ed infarinata e inforniamo a 180° fino a doratura. Lasciamo raffreddare e ricaviamo 3 strati.
Componiamo la torta, o se volete, dei bicchierini monoporzione, procedendo a strati. Pan di spagna, bagna, crema. di nuovo, Pan di Spagna
Glassare la superficie con la crema e ricoprire con le briciole che avrete creato dall’ultimo strato di Pan di Spagna.
Io nella farcia inserisco anche dei pezzetti di ananas sciroppata.
So benissimo che l’ananas non è un frutto nè salernitano, nè meridionale, tanto meno sciroppato in barattolo. Ma mia zia, salernitana verace, la faceva così. Ogni anno, puntualmente, per il compleanno della cognata, proprio l’8 Marzo.
La mia versione è un omaggio a Loro, le meravigliose donne che ho avuto come esempio crescendo e che continuano a guidarci e battagliare da qualche altra dimensione.