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Largo Barbuti: tra le impronte dei guerrieri

Largo Barbuti

 L’odore della storia

Il rione dei Barbuti è di origine longobarda, caratterizzato da un tortuoso intrecciarsi di vicoli e piccoli slarghi suggestivi. Oggi, si raggiunge da Via Tasso, scendendo le scalette nel tufo, oppure dalla vicina via Botteghelle.
Con l’avanzata dei Romani nasce il nucleo della nostra Salernum, ai piedi del colle Bonadies. Il loro controllo sulle vie del commercio salernitane, si estende in particolar modo alla Piana del Sele.
Il centro storico è racchiuso in un triangolo formato dalle mura di cinta del Castello di Arechi che arrivano al mare. Nucleo della citta’ vecchia, si sviluppa intorno alle attuali via Tasso e via dei Canali.
Stiamo parlando dell’antico quartiere denominato ”Plaium Montis”.

 

Largo Barbuti

Largo Barbuti

L’antico contorno dei Barbuti

”Barbuti” per via delle lunghe barbe dei guerrieri Longobardi.
Con l’avvento della dominazione longobarda, la città conobbe il periodo più ricco della sua storia, durato più di cinque secoli.
Via Mercanti era fulcro del commercio cittadino e sede di numerose botteghe degli speziali. Tra i vicoli dei Barbuti si arriva a San Pietro a Corte, la struttura longobarda meglio conservata al mondo.

Accanto, Palazzo Fruscione, adibito a sala riunioni, sin dai tempi dei normanni.
Ancora oggi, sulle pareti, possiamo notare preziosi fregi normanni.

Scorcio dei Barbuti

Scorcio dei Barbuti

La storia di Tetè: tempi duri delle guerre

”Entravamo in un grande salone, da cui avevano accesso anche per la casa accanto”, ci racconta Tetè, nata in Via Tasso nel 1938. ”Da un lato, c’erano le camere da letto. La cucina e la sala da pranzo erano lontane. Il bagno era esterno, con un grande lavatoio in pietra. Arrivava solo l’acqua fredda, ghiacciata. D’estate mettevamo il cocomero sotto il getto per farlo raffreddare, per farci lo shampoo aspettavamo le giornate più calde”. La gente era povera, le condizioni igienico sanitarie e sociali non delle migliori. La delinquenza era all’ordine del giorno, proprio sotto l’affaccio della sua casa, nel Largo Barbuti. Tetè ha ancora oggi la fobia dei topi, ma mentre si racconta la sua mente va’ solo ad un particolare: con gli occhi sognanti al cielo ”dalla finestra di mamma’ si vedeva il mare”.

Guardando verso l'alto

Guardando verso l’alto

La rinascita dell’ Opulentum Salernum

Nel 1983, nasce il Festival del Teatro dei Barbuti, a cura del professor Peppe Natella. Il palcoscenico ha visto calcare artisti come Peppe Barra, che inaugurò la prima edizione della rassegna del “Teatro dei Barbuti”. Nel 2016 è stato proprio l’istrionico artista a ricevere il premio appena istituito “Peppe Natella”. 

Nel rione sorgono Palazzo Fruscione, la Chiesa dell’Annunziatella, il conservatorio Ave Gratia Plena oggi adibito ad Ostello della Gioventù. Ancora, la Chiesa di Santa Maria dei Barbuti e la Chiesa dei Santi Crispino e Cripiniano, entrambe di origine medioevale. Annesso alla Cappella di San Ludovico, l’Archivio di Stato.
Dal 2013, racchiuso tra gli antichi palazzi del centro storico, i Barbuti sono sito di conferenze e dibattiti per il Festival Salerno Letteratura.

Largo Barbuti: tra le impronte dei guerrieri ultima modifica: 2017-08-03T07:58:55+02:00 da Erika V Mogavero

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