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I salernitani non dimenticheranno quelle ventisei bare

Migrants' funerals in Salerno

Nigeria: terra di spaccature

Tra le pagine di questo 2018 è giusto ricordare uno dei momenti più feroci del 2017.
La Nigeria che conoscono in molti è questa: Situata nell’Africa Occidentale. Una terra piena di difficoltà, di disilluse speranze e di profonde contraddizioni. Il suo territorio è grande tre volte l’Italia ed è caratterizzato da coste paludose e foresta tropicale. Spaccato radicalmente a livello religioso, lo Stato si divide tra musulmani a nord e cristiani a sud.
Violenza, terrore, paura sono all’ordine del giorno. E lì, la vita è qualcosa che noi non riconosceremmo come tale. I disordini politici, sociali e religiosi hanno causato migliaia di morti, di cui non si parla, di cui non si ascolta.
Troppo facile, infatti, sembra chiudere gli occhi, pensando che tutto ciò che appartiene a questi popoli sia lontano da noi. Ignorarli è stato semplice, bastava cambiare canale in tv o voltare la faccia il più lontano possibile. Eppure non lo è. E ce ne siamo resi conto quando il genere umano ha lasciato emergere ancora una volta un lato di sé imbarazzante ed è stato scoperto nel Golfo di Salerno. Non lo è perché i corpi delle ventisei donne morte sono stati depositati a Salerno.

Salerno

Salerno

Il limbo del viaggio

Molto probabilmente, Salerno non era la loro destinazione finale, eppure i loro corpi sono conservati qui. Raccolte da una nave militare spagnola, Cantabria, all’inizio di novembre, le ventisei donne hanno sperato, fino alla fine. E con loro l’eco di chi ha sognato per queste giovanissime donne una vita diversa, chi le ha amate desiderando la libertà per le proprie figlie, sorelle, amiche… le hanno immaginate in una vita difficile ma pur sempre e comunque una vita più dignitosa, al sorgere di una nuova speranza.
Invece no.
Partite dalla Nigeria, cercavano rifugio, aiuto, con fiducia nei volti stranieri che le avrebbero accolte confidando nella solidarietà, nell’amicizia. Nessuno pensa a quali fossero i sogni di queste ragazze nate nel posto sbagliato del mondo? E mentre si rialzavano, tra le angherie di chi ha promesso di portarle via dalla violenza, hanno trovato una fine peggiore. Forse la loro speranza era lavorare, era avere una famiglia, costruirsi una vita. Il lutto cittadino è stata una delle tante manifestazioni di cordoglio della città di Salerno. Profondamente scossa, infatti, è stata la reazione dei cittadini. Come si può, infatti, rimanere muti e silenziosi di fronte ad una tragedia come questa? Eppure in questo caso anche il silenzio è valso più di qualsiasi parola di cordoglio quando alla vista di quelle bare la cittadinanza ha sentito piombare violento il silenzio.

Nigeria

Nigeria

2018: che sia la rinascita della speranza?

Di drammi come questi, purtroppo, se ne continuano a vedere tutti i giorni nonostante la dimostrazione che questi episodi lascino una dilaniante ferita nell’animo umano. Come si potrebbe cicatrizzarla se i colpi inflitti sono continui e inesauribili? La situazione sta diventando sempre più critica e sembra non volere aver fine. Ma, dopo ciò che Salerno ha vissuto, seppellendo quei ventisei corpi, le han chiamate “donne” ma alla fine molte erano solo delle adolescenti, può fare da lezione. Lezione per questo 2018, lezione per gli anni a venire. Seppure non dovevano scorrere così tanti fiumi di sangue e distruzione e tempo prima di impararla. La crudeltà di tante persone può essere combattuta da ciascuno di noi, nel nostro piccolo. Non servono grandi azioni per salvare una vita: dobbiamo solamente ricercare l’umanità che c’è in tutti noi.

 

I salernitani non dimenticheranno quelle ventisei bare ultima modifica: 2018-01-13T11:02:54+01:00 da Elena Morrone

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