Ostigliano, sulle sponde dell'Alento: il paese ‘dei fichi’ e delle ‘lanterne’

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Parco Nazionale del Cilento

Ostigliano, il paese ‘dei fichi’ e delle ‘lanterne’

Ostigliano

Ostigliano si trova sul versante interno della collina che fa da sponda alla Diga Alento. Le origini del nome non hanno certezza ma nel corso del tempo sono state avanzate alcune ipotesi. Oggi si presenta come un piccolo centro che conta meno di 400 abitanti. Le attività produttive che lo contraddistinguevano fino alla metà del secolo scorso, sono via via sfumate ed hanno lasciato il segno ormai solo nella memoria popolare.

Ostigliano, i fichi e i canestri nell’economia del ‘900

Il XX secolo conserva gli ultimi anni in cui l’economia del paese ha potuto alimentarsi sulle proprie forze. Negli anni ’50 del ‘900, infatti, la produzione dei rinomati fichi del Cilento era ben florida. La raccolta avveniva nel periodo estivo e garantiva frutti di buona qualità.

Diga Alento, Ostigliano

Il discreto quantitativo permetteva la commercializzazione e il prodotto finito era ben apprezzato nel territorio.Passeggiando per le campagne, si scorgono ancora i vecchi forni che talvolta venivano utilizzati per farli essiccare. Maturati al sole, invece, da agosto fino agli ultimi raggi settembrini, dopo la raccolta, i fichi si lasciavano asciugare sulle caratteristiche ‘grate’ (ottenute con l’intreccio di vimini). I frutti ricavati da questo procedimento venivano poi farciti: ripieni con frutta secca e finocchio selvatico secondo le usanze del luogo. Ad affiancare questi frutteti, senza dubbio gli ulivi, ma il fabbisogno domestico veniva soddisfatto con una modesta realizzazione di cesti e canestri prodotti dai bravi maestri artigiani del posto.

Ostigliano

La processione delle lanterne, la Madonna del Rito e le tradizioni

Sulla sommità del paese si trova la parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista. In occasione della festività, il paese si animava e nella sera di vigilia, un suggestivo rituale prendeva vita: è la ‘processione delle lanterne’, ora, purtroppo, confinata solo nella memoria.
Al calar della sera 24 lanterne accese, alimentate ad olio, aprivano il corteo processionale: si compiva così, un rito che richiama l’essenza di quella notte da sempre ritenuta magica. Il giorno seguente, invece, la statua del patrono viene portata in processione attraverso le vie principali del paese. Di antica origine è anche il pellegrinaggio mattutino in onore della Madonna.

Ostigliano

La quarta domenica di agosto (ora il 18 dello stesso mese), i fedeli partendo dalla chiesa madre, raggiungono in pellegrinaggio la piccola cappella situata laddove la ‘jumarella’ confluisce nel fiume Alento. A completare il quadro delle tradizioni, i riti della Settimana Santa: il venerdì, in particolare, la locale confraternita, consacrata alla Madonna del Rosario, partecipa con le sue funzioni alla visita ai ‘Sepolcri’.

San Vito, un culto che rievoca una storia

Se la festività patronale e la tradizione legata alla Madonna del Rito rappresentano l’apice della spiritualità ad Ostigliano, non bisogna dimenticare il ruolo cardine che ha rivestito la festività di San Vito. Oggi la ricorrenza, fissata il 15 giugno, si esaurisce in un breve programma religioso. In passato, invece, ha determinato un profondo legame tra la comunità locale e il giovane martire.

San Vito, Ostigliano

Secondo la leggenda, San Vito venne martirizzato sulle rive del Sele e le sue spoglie sono custodite in queste terre, senza tuttavia conoscere il luogo esatto. Ad Ostigliano, la chiesetta di San Vito, è esistita nell’omonima località; l’ultima parete perimetrale è andata in rovina nella metà del secolo scorso. A memoria si conservano le statuette di San Vito e dei suoi precettori. É all’alba del nuovo millennio che la festività ha subito un forte ridimensionamento: completamente scomparso il rito della benedizione dei pani e degli animali mentre sopravvive una piccola processione che raggiunge il luogo in cui esisteva la cappella.

Ostigliano, il paese ‘dei fichi’ e delle ‘lanterne’ ultima modifica: 2018-10-08T09:31:33+02:00 da Giuseppe Conte

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