Cilento, il Natale in tavola: ecco i dolci tipici della tradizione

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CUCINA TRADIZIONALE

Cilento, il Natale in tavola: ecco i dolci tipici della tradizione

Dolci tipici - Struffoli, foto di Giuseppe Conte

Dicembre è il mese dedicato al Natale. Riaffiorano antiche tradizioni che, coinvolgono sapientemente, anche la gastronomia. Il Cilento, da questo punto di vista, è una realtà decisamente tradizionalista e conservatrice. Le ricche tavolate del 25 dicembre, sono state l’apice della ritualità culinaria. Ad anticiparle una serie di preparazioni che rivendicano la più classica delle tradizioni. In questo viaggio scopriremo in particolare i dolci che caratterizzano le festività natalizie dei cilentani.

Struffoli: un classico

Tra le preparazioni culinarie più note dell’area partenopea, ci sono senza dubbio gli struffoli. Un dolce che arriva da lontano secondo una consolidata tradizione. Si è man mano diffuso e con varianti ha raggiunto anche l’area cilentana. La ricetta prevede pochi ingredienti: farina, uova, strutto e zucchero, aromatizzati con del liquore preferibilmente all’anice. Tuttavia, man mano che ci si allontana dal capoluogo, usanze locali possono apportare leggere variazioni nella preparazione, senza stravolgere la ricetta. Dall’impasto si ricavano piccoli cilindri di pasta. Tagliati in pezzetti, con il palmo della mano si rendono tondeggianti. Dopo averli fritti in olio d’oliva (o strutto), si lasciano raffreddare prima di passarli nel miele caldo. È il momento della ‘mielatura’. Lasciati leggermente intiepidire e con l’aiuto di un mestolo si dispongono nel piatto conferendo la classica forma a ciambella. In fine si decorano con i diavolini colorati e a piacere con pezzi di frutta candita.

Scauratieddi: il dolce della vigilia

Secondo una vecchia tradizione, gli scauratieddi si preparano la notte di Natale. Per l’occasione la famiglia si raduna introno al focolare e porta a compimento un’usanza di altri tempi. Poveri gli ingredienti ma diverse le varianti. Una delle più note è la seguente. Si scalda circa un litro d’acqua, a cui si aggiunge mezzo bicchiere di olio extra vergine d’oliva e mezzo di vino bianco. La buccia grattugiata di un mandarino, di un’arancia e di un limone.

Dolci tipici, scauratieddi - foto di Giuseppe Conte

Un pizzico di sale e un cucchiaio di zucchero. Immancabilmente un rametto di rosmarino che conferirà il particolare aroma. Raggiunto il bollore si elimina il rosmarino, si spegne il fornello e in un solo colpo si aggiunge la farina. Qui entra in gioco la bravura delle donne cilentane. Mescolando l’impasto si stacca dalle pentola e si dispone su una spianatoia. Ancora caldo si lavora sapientemente ottenendo gli scauratieddi con la loro inconfondibile forma.

Le pastorelle: dall’onomastica alla ricetta

Sebbene sia diffuso in tutto il territorio cilentano, la ricetta delle pastorelle varia quasi da paese a paese. Ne consegue una diversa definizione anche dal punto di vista onomastico. È un dolce ripieno. Alla base della sfoglia troviamo uova, burro, farina a cui vanno aggiunti pochi altri ingredienti. La farcia, invece, ha come ingrediente principale la castagna. Per questa preparazione si utilizza dopo averla lessata e sbucciata. La dolcezza è data dal cioccolato fondente e dallo zucchero mentre l’aromaticità dalla buccia grattugiata di un mandarino.

Dolci tipici - il Natale

Il ripieno dovrà risultare morbido mentre sarà compatta la sfoglia che verrà lavorata per accogliere al suo interno la farcia. Dopo averle chiuse, le pastorelle assumeranno una forma di stella intagliando i bordi e ripiegandoli su se stessi in modo alterno. Ultimata la cottura, che avviene friggendole in olio, si lasciano raffreddare e si cospargono con miele. Richiamano la ‘Stella del Natale‘.

Cilento, il Natale in tavola: ecco i dolci tipici della tradizione ultima modifica: 2018-12-10T09:00:53+01:00 da Giuseppe Conte

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