Il meridione ancora oggi ha il primato dell’antica credenza popolare della superstizione. Il Sud Italia detiene la nomina per eccellenza quando si vuol parlare di superstizioni e malocchio. Anche il più scettico nel suo intimo è superstizioso, seppure non lo ammetterà mai apertamente. La cultura della superstizione è radicata soprattutto in Campania. Napoli, Salerno, Caserta, Benevento e Avellino sono città che da generazioni tramandano le più svariate superstizioni. Scopriamo insieme le pratiche da effettuare per prender marito!
La superstizione,“e il sacro si mescola al profano!”
Così esclamava nel 1884 la prima donna ad aver fondato e diretto Il Corriere di Roma, Matilde Serao. La nota scrittrice e giornalista, quando tratta della superstizione a Napoli, pone l’accento sull’intreccio indissolubile tra religione e popolo. Un perpetuo susseguirsi di continuità e fratture. Matilde sottopone come esempio la pratica agognata di ogni donna della ricerca del marito. Quante volte abbiamo sentito dire: “Alza i piedi, devo spazzare”. Il non passare la scopa sui piedi è sinonimo di saper compiere eccellentemente le faccende domestiche. Dunque, essere una buona donna di casa costituisce essere un buon partito per un uomo. Ma oltre questa pratica, le donne nell’Ottocento pregavano San Giovanni, San Pasquale e San Pantaleone. Scopriamone il motivo.
Le protettrici delle ragazze da marito
A mezzanotte fuori al balcone le cosiddette “signorine”, ossia le ragazze da marito, dovevano recitare la novena a San Giovanni. Al termine della nona sera si vedrà una trave di fuoco attraversare il cielo con sopra la ballerina maledetta, Salomè. La voce che si udirà subito dopo sarà il nome del marito. L’immagine del fuoco rimanda alla fiammella dello Spirito Santo. Dunque ancora sacro e profano indissolubilmente legati. Lo stesso effetto si avrà se si reciterà a San Pasquale per nove sere la seguente antifona:
O beato San Pasquale, mandatemi un marito
bello, rosso, colorito
come voi tale e quale
o beato San Pasquale!
Invece San Pantaleone protegge le ragazze da marito in modo differente: donando loro i numeri al lotto. Così che accumulino la dote per potersi maritare. A mezzanotte all’interno della stanza con il balcone e la porta della camera aperta, stando sola, bisogna recitare: “San Pantaleone mio, per la vostra carità e per la mia verginità datemi i numeri per carità!” Alla nona sera si udiranno un passo e dei colpi. Contando il rumore dei colpi, si avranno i numeri da giocare. Alcune ragazze, prese dall’esaltazione, ebbero delle allucinazioni e non raggiunsero i nove giorni. Mentre altre testimoniano di aver visto e udito qualcosa alla nona sera, ma che mancò loro la fede. E questo fu il motivo per cui il miracolo non avvenne.