Longobarda Calcio Salerno: L'allenatore nel pallone all'ombra dell'Arechi - itSalerno

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INTERVISTE

Longobarda Calcio Salerno: L’allenatore nel pallone all’ombra dell’Arechi

La Longobarda Calcio Salerno è una piccola grande realtà salernitana. Una bella realtà. Un’associazione che dire calcistica è riduttivo. Cerchiamo di conoscerla meglio con il Vice Presidente e Direttore Sportivo Christian Verderame.

E. La prima domanda è d’obbligo. Diciamoci la verità: il nome della squadra è un alto riferimento alla storia della nostra città o al cinema cult italiano degli anni ’80?

C. Entrambe le cose. In primis, l’origine storica di Salerno. Il riferimento alla dominazione longobarda, al Principe Arechi, alla Principessa Sighelgaita. Sicuramente il riferimento è un riferimento storico. Però è ovviamente anche folkloristico e comico per il film “L’allenatore nel pallone”. Per noi Lino Banfi è un’icona. Conosciamo quel film a memoria. E’ la rapprentazione di un calcio romantico, quello della nostra adolescenza.

E. A proposito, come è avvenuto l’incontro con il grande Lino Banfi? Era a conoscenza dell’esistenza della Longobarda Salerno?

C. No, ovviamente non conosceva la Longobarda Salerno. E’ stato nel 2015, a settembre, in occasione del Premio Fabula a Bellizzi. Conoscendo l’organizzatore Andrea Volpe, abbiamo saputo che sarebbe stato presente Lino Banfi. Doveva ritirare il Premio Fabula alla carriera. E’ così che abbiamo avuto il piacere e l’onore di incontrarlo. Ci siamo recati alla Biblioteca Comunale di Bellizzi e per noi era come vedere Robert de Niro. Una persona meravigliosa. Abbiamo potuto scambiare con lui due battute. Ci ha firmato il poster della squadra. Proprio quell’anno avevamo vinto il Campionato e dopo nove anni di terza categoria, eravamo saliti in seconda. Si è complimentato e ci ha chiesto se avevamo bisogno di lui come allenatore. (io ho risposto ”Magari!!”)

Un’esperienza molto molto emozionante e molto bella. Sicuramente uno dei passaggi più importanti della storia di questa associazione.

Logo Longobarda Salerno

E. La Longobarda Salerno è stata una tua creatura.. com’è nato questo progetto e da quanti anni cresce con voi?

C. Si, nasce nel 2006. Sull’onda dell’entusiasmo della vittoria degli Azzurri ai Mondiali. Quattro amici, quattro pazzi, hanno ben pensato di costituire questa associazione. Adesso siamo al dodicesimo anno di attivitá. È il terzo anno di Seconda Categoria e stiamo andandoabbastanza bene. Potremmo fare di più, ma siamo in quinta posizione, l’ultima utile per i play off. Domenica ci giochiamo il tutto per tutto nell’ultima partita di andata. Incontriamo il Santa Maria di Giffoni, che ci precede di un punto e quindi potremmo scavalcarli.

E. Adesso ti arriva un suggerimento calcistico, attenzione.. Avete mai pensato di usare la ”Bi-ZONA” per raggiungere la Serie B e competere con la Salernitana?

C. Eh.. Il 5-5-5 per noi è un modulo mitico! (risata) Diciamo che noi abbiamo già giocato una volta con l’allora Salerno Calcio, nel 2010. Avevamo amicizia con Italo Leva, il medico sociale della Salernitana e riuscimmo ad organizzare un’amichevole all’Arechi. Amichevole che finì poi 14-0. Primo anno di Lotito e Mezzaroma. Il Salerno Calcio salì in Serie C2 e circa una settimana dopo la promozione disputammo questa amichevole. Incontrando nello Stadio Arechi giocatori come de Cesare, Caputo, Giubilato, uno dei punti più alti della storia della Longobarda. Un bellisimo ricordo.

E. In realtà, l’allenatore nel pallone quest’anno è Antonio Marinari, giusto?

C. Si. L’anno scorso sulla panchina di prima categoria dell’Audax Salerno e da vent’anni sulla scena calcistica dilettantistica salernitana.

E. Da Vice Presidente, tu che rapporto hai con i ”tuoi ragazzi”?

C. Io da Vice Presidente sono un po’ il punto di riferimento e il collante tra la Società e la Squadra.

Non è sempre semplice cercare di accontentare tutti, evitare polemiche e discussioni, che comunque non mancano mai. Cerco con la diplomazia di ovattare là dove serve e sono il punto di riferimento anche per il Mister. Sono forse proprio io quello che ha il legame più stretto con la squadra.

E. Svelaci chi sono i Vostri Aristoteles e Speroni. E se c’è un eterno numero 13… (non lo nominiamo!)

C.Beh, forse il nostro Aristoteles può essere Picariello, che è anche un po’ scuro di carnagione. È un po’ l’ago della bilancia. Insieme a de Michele possono fare la differenza. Speroni potrebbe essere Marco Porpora, il nostro terzino destro. Gli potrebbe assomigliare come tipologia di giocatore.

Diciamo che eterni numeri 13 non ce ne sono. Abbiamo solo Aristoteles, non Crisantemi.

Longobarda a Vietri

E. Nelle interviste, mi incuriosisce sempre conoscere lo sguardo del professionista sulla realtà con cui si ha a che fare.

Quali cambiamenti hai notato nel Calcio salernitano e/o nei ragazzi che si sono succeduti nella squadra in questi anni?

C. Il Calcio salernitano è peggiorato tantissimo dal 2006. C’erano tantissime Società dilettantistiche e ora siamo una delle poche. La situazione campi è pessima, il servizio offerto dalla Federazione non è di alto livello. La crisi si è imposta anche in questo campo. I costi sono sempre maggiori. Il calcio è distrazione sociale, quindi abbiamo a che fare anche con realà più difficili, di quartiere. Purtroppo ci sono anche casi in cui regna l’ignoranza, ma noi cerchiamo di essere un’oasi felice nel deserto. Anche con le nostre iniziative nel sociale, cerchiamo di fare qualcosa di diverso. Siamo conosciuti anche e soprattutto per questo. Abbiamo sempre dato una valvola di sfogo ai ragazzi. Il nostro scopo è stato cercare di dare un’alternativa a quella che è l’offerta del territorio o dell’ambiente familiare. Chi viene da noi si deve adeguare alla nostra educazione, al rispetto, alla nostra scala di valori.

E. E invece dei ragazzini che alleni cosa mi dici? E che età hanno?

C. Ci sarebbe la volontà di inserire una scuola calcio nell’Associazione Longobarda, ma per il momento collaboro con la ASD Nuova Neugeburt. Ho due gruppi, uno a Matierno e uno a Pastena. Hanno intorno agli undici anni. Il vero calcio sono loro secondo me. Mi diverto tantissimo. Siamo molto in sintonia, credo di avere un buon approccio con i bambini. Cerco di trasmettergli qualcosa di buono.

E. Mi sembra che il calcio con Voi torni ad un gioco pulito. Protagonista è l’amore per questo sport, insieme al semplice piacere di giocare, all’importanza dell’aggregazione. Con uno sguardo sempre attento alla solidarietà. Ti va di parlarci di qualche iniziativa che avete portato avanti in questi anni?

C. E’ da sempre, sono dodici anni che ci occupiamo di iniziative nel sociale. Facciamo raccolta di generi alimentari per la mensa dei poveri, abbiamo raccolto vestiti per i terremotati durante l’emergenza a L’Aquila. Con la cooperativa Fili d’Erba, abbiamo organizzato raccolta di giocattoli e caramelle. Mi sono vestito anche da Babbo Natale. Abbiamo portato anche le uova di Pasqua a questi bambini che purtroppo hanno delle situazioni familiari difficili. Sono andato a Napoli insieme a degli amici dell’Associazione ”Obiettivo?Amare!”. Loro periodicamente portano una tazza di the, qualcosa da mangiare, o anche vestiario, cappelli, ai senza tetto. Un’esperienza toccante. Abbiamo collaborato con il dott. Gianluca Francese, che si occupa delle cure per i bambini affetti da SMA, con l’Associazione “SMAisoli”. Per ultima, anche una raccolta fondi per un’associazione che si occupa dei bambini con neuroblastoma. Insomma, cerchiamo di darci un po’ da fare.

E. Si può dire qual è l’avversario che temete di più per questa stagione?

C. Il Calcio Stella di Battipaglia è in testa alla classifica. Magari è quella la Squadra da battere.

E. Obiettivi perseguibili per quest’anno?

C. Sicuramente il nostro obiettivo è arrivare ai play off. Dobbiamo consolidare la posizione in classifica.

E. Si augura Buona Fortuna in questi casi?

C.Sarebbe meglio In Bocca al Lupo, ma va bene.

E. In Bocca alla Lupa, allora.

C. W IL LUPOOO!

Longobarda Calcio Salerno: L’allenatore nel pallone all’ombra dell’Arechi ultima modifica: 2018-02-03T10:58:31+01:00 da Erika V Mogavero

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