Nel passaggio dalla macchina fotografica alle foto con lo smartphone cosa abbiamo perso e quanto abbiamo guadagnato? Questo e molto altro è contenuto nel libro di Gerardo Giordano Phonegrafie.
Phonegrafie: le stelle non sono mai state così vicine
Vi chiederete cosa c’entrano le stelle con la fotografia? Chiediamolo all’autore salernitano, il fisico sperimentale Gerardo Giordano. Da sempre ha dedicato la sua vita a pubblicazioni scientifiche. Oggi invece ha deciso di cimentarsi in una nuova avventura: la realizzazione di un saggio sottoforma di romanzo dal titolo PHONEGRAFIE Fotografie con lo Smartphone. Un sintetico libro tascabile di 94 pagine pubblicato a Giugno del 2020 in forma di auto-pubblicazione. Una lettura rilassante e rinfrescante per la mente, mentre si è sotto il sole torrido dell’estate. Adatto a tutti i curiosi sul mondo della fotografia e agli appassionati della macchina fotografica a pellicola. La caratteristica che rende unico questo racconto è la continua relazione tra la vita personale dell’autore e la storia del passaggio dalla fotografia classica a quella digitale.
Phonegrafie: questioni di click
Gerardo guarda il mondo con un particolare strumento di osservazione: l’obiettivo di una macchina fotografica. Il primo suo approccio alla fotografia è stato alla fine degli anni ’80, negli anni ridenti della foto. In seguito, nonostante abbia vissuto a cavallo con i primi periodi della commercializzazione degli smartphone, non ha mai abbandonato la sua fedele macchina fotografica in bianco e in nero. Ma un giorno caso fortuito volle che perdesse il tipico Nokia per essere costretto a passare allo smartphone. Da qui gli si apre un mondo, osserva la società con occhi nuovi. Riesce a percepire la dilagante confusione che ormai si ha tra foto realizzate con la macchina fotografica e quelle scattate con lo smartphone. Una confusione che riesce a diradare durante la prosecuzione di tutto il libro, attraverso un linguaggio semplice e mai banale.
Estrai il cellulare e scatta
Gerardo ripercorre le tappe della sua vita lasciando degli spunti di riflessione. Il progetto iniziale era di realizzare dei brevi punti schematici di sole 20 pagine, diffuse in modo del tutto gratuito. Un invito a soffermarsi sul tipico gesto quotidiano dell’estrarre lo smartphone dalla tasca e scattare foto grazie agli automatismi del cellulare.
Il libro PHONEGRAFIE Fotografie con lo Smartphone è stato realizzato in modo sporadico ed eclettico. Gerardo ovunque si trovasse veniva raggiunto da ispirazioni forti, che venivano annotate su qualsiasi supporto che avesse a portata di mano. Alla fine rimane con una moltitudine di frammenti dispersi su vari dispositivi. Grazie alla loro rilettura si è reso conto di come cambia il modo di scrivere in base allo strumento utilizzato. Sui fogli ritrovava uno stile più discorsivo, sulle note dello smartphone più schematico mentre sul pc più automatizzato. Tutti questi stralci di pensieri sono poi confluiti nella realizzazione del saggio romanzato unito sul cartaceo con un unico linguaggio.
Foto o non foto
PHONEGRAFIE Fotografie con lo Smartphone è una lettura piacevole e istruttiva. Ti conduce al ragionare su come sia cambiato il modo di fotografare. E vi assicuro da lettrice che dopo aver preso visione di questo piccolo testo cambierà anche il vostro modo di vedere la fotografia. Dopo aver colto le differenze che intercorrono tra i due mezzi osserverete con occhio critico anche le foto scattate dagli altri. Inizierete a non scattare semplicemente delle foto, ma a pensarci e a guardare il mondo dall’obiettivo con gli stessi occhi di Gerardo.
Perché Phonografie?
Come un bambino che prende coscienza delle funzionalità del mondo e assegna nomi stravaganti e fantasiosi agli oggetti, così Gerardo decide di fare suo un concetto e di esprimerlo con un nuovo termine che rafforzi la sua idea. Phonegrafie non è una semplice crasi tra smartphone e fotografia, ma racchiude il messaggio principale che l’autore vuole lasciare. Sulla copertina è riproposta la foto della scala elicoidale della Certosa di Padula su diversi formati. C’è la visione dallo smartphone che volutamente l’autore ha voluto rendere pixelata e il formato cartaceo della classica fotografia stampata.
I vari cellulari, che vanno a costituire quello che l’autore definisce sistema phonegrafico, sono disposti in modo da assumere una forma a spirale e indicano la condivisione immediata con il mondo, mentre la fotografia stampata ha una visione limitata solo del pubblico fisico che gli è intorno. Gerardo ha scelto di rappresentare la scala elicoidale per via degli effetti prospettici della spirale ottenuta. La spirale fa sì che l’occhio non si concentri su una sola parte, ma a seconda della prospettiva varia il punto di vista della realtà. Come il concetto dell’inconoscibilità della realtà di Luigi Pirandello “così è se vi pare”, ognuno può dare una propria interpretazione che può coincidere o meno con quella degli altri.