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CURIOSITÀ

Sichelgaita: la principessa guerriera di Salerno

Gaitelgrima - La corte di Roberto il Guiscardo

Per descrivere al meglio la nostra eroina Sichelgaita e capirne a fondo la natura, si deve partire dalla Salerno del XI secolo.

La Salerno longobarda

Ci si dimentichi del traffico, ci si dimentichi della caotica Via dei Principati, ci si dimentichi del poco verde nel centro di Salerno.
Sul monte Bonadies, alto e imponente, sorgeva il castello longobardo che si snodava poi nella cittadina circondata dalle mura. Ad ovest, le mura avevano le loro origine dalla sorgente della Palma e terminavano nel quartiere dove oggi ci sono le Fornelle. Seguendo il profumo della storia e le tracce lasciate dalle mura, si giungeva all’attuale Largocampo ovvero Piazza Sedile del Campo, fino a Piazza Sant’Agostino.
Le mura infine, svoltando a Porta Rortese, tornavano al punto di partenza, la parte orientale del maestoso castello.
Le zone della città erano fondamentalmente tre, l’Hortus Magnus, un tripudio di rigogliosa vegetazione ad est, il Vicus di Santa Trofimena e il Plaium montis a nord.

Castello Arechi

Castello Arechi

La nascita di Sichelgaita

In questo ambiente genuino, un po’ rustico ma incredibilmente affascinante, venne alla luce la principessa Sichelgaita. Nel 1032 Guaimario IV aveva sposato la figlia del conte Landolfo di Teano, Gemma.
Nell’anno in cui le ceneri nere e dense del Vesuvio raggiunsero la città di Salerno, la regina Gemma diede alla luce la sua terzogenita, Sichelgaita. Nel 1036, infatti, si diffusero leggende e profezie a seguito della fuoriuscita di lava, specialmente sulla sorte della neonata.
La vecchia nutrice ammise di aver sognato una figura che irradiava luce e aveva nella mano destra una melagrana, posandola sulla fronte di una bambina. La stessa Gemma sognò il noce sacro che era ubicato nel giardino ricoperto d’oro al cui fianco c’era un virago con una spada risplendente.

Roberto il Guiscardo

Roberto il Guiscardo

La guerriera Sichelgaita

Dopo una giovinezza spensierata, dedita allo studio e caratterizzata da una certa laboriosità, Sichelgaita sposò Roberto il Guiscardo. Il giovane apparteneva alla famiglia dei Normanni, non vista bene dalla famiglia longobarda della principessa. Nonostante, infatti, l’opposizione del fratello della principessa Giuslfo II, le nozze si celebrarono ugualmente.
La bravura militare e le capacità strategiche del marito non offuscarono l’estrema intelligenza e astuzia di Sichelgaita. La sua saggezza tentò di dissuadere Roberto ad attaccare l’impero bizantino ma, alla fine, partecipò lei stessa alla guerra. Potendola immaginare, sarebbe sicuramente risaltata nel campo di battaglia, con una fulgida armatura e sulla prima linea d’attacco.
Oltre le battaglie militari, fu l’ago della bilancia nell’organizzazione del Concilio di Melfi che segnò una svolta con il Concordato.

Sichelgaita: fiera madre o indomabile assassina?

Sin da bambina, aveva mostrato una certa predisposizione per le erbe e i medicinali. Negli ultimi anni della sua vita, infatti, si avvicinò alla Scuola medica salernitana. Le sue conoscenze, tuttavia, attirarono una accusa che macchiò la sua vita immacolata.
Secondo alcuni, infatti, avrebbe tentato di avvelenare il primo figlio di Roberto, avuto dalla prima moglie, Boemondo di Taranto. L’intento, forse, era quello di preservare il regno per il figlio.
Il suo amore per la maternità, però, si confermò non con un efferato tentativo di omicidio di Boemondo, ma con un accordo con lui. La successione, infatti, toccò al figlio di Sichelgaita e Roberto, Ruggero Borsa.
Sichelgaita morì nel 1090, dopo una vita passata a combattere e a non soccombere al maschilismo della storia.

Sichelgaita: la principessa guerriera di Salerno ultima modifica: 2017-11-25T10:41:10+01:00 da Elena Morrone

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