A Natale, si sa, il pranzo è una ricca tavola. Ogni luogo conserva il suo menù tradizionale. Si passa dai piatti più semplici e delicati a quelli più corposi che imbandiscono, da Nord a Sud tutte le regioni d’Italia. Nel Meridione, in particolare, il pranzo di Natale è particolarmente abbondante. Nel Cilento si consumano i piatti tipici che spaziano dai cavatielli come primo alla braciola come secondo.
Santo Stefano: un pranzo ‘riciclato’ (si fa per dire…)
Dopo il grande pranzo di Natale, a Santo Stefano cerchiamo di tenerci più leggeri. Ma se del giorno prima è avanzata della roba? Niente paura, la riadattiamo! La pasta fatta in casa, cavatielli o ripiena come i panzarotti, di certo non è mancata. Ma se ne fosse anche avanzata, allora ecco il primo. Avremo cura di fare delle porzioni poco abbondanti. In alternativa, con il sugo rimasto, quasi certamente un ottimo ragù, è possibile condire delle tagliatelle oppure, per i più volenterosi, anche cimentarsi a fare i fusilli. Se invece ad avanzare è stato un contorno di verdure, allora non disperiamo e al posto del primo portiamo in tavola un succulento antipasto. Magari con le verdure in conserva preparate nello scorso autunno. Una fantasia di verdure è proprio l’ideale. Anche in questo caso cerchiamo di non abbondare con le porzioni: anche perché ci aspetta il secondo!
La braciola con verza e patate
Se il secondo nel pranzo del 25 è stata la braciola e ve ne è rimasta un pò, perfetto! È proprio quello che ci serve. Ma come si prepara la braciola? La carne usata è quella di vitello, ripiena con il classico battuto, magari per alleggerire il piatto, limitato a prezzemolo ed aglio, con aggiunta di pepe e sale.
Disposta in pentola con poco olio extravergine d’oliva delle nostre terre, piano piano giunge a leggera cottura e si aggiunge la passata di pomodoro che aromatizziamo con foglie di basilico. Fiamma bassa e cottura lenta: il segreto più importante! Dopo circa due ore è pronta e, volendo anche il sugo per condire la pasta. Essendo a Santo Stefano, però, un contorno di verdure è più che indicato. Allora accostiamo alla carne della verza cotta in umido insieme alle patate. Ed ecco anche la seconda portata!
Per finire il dolce: classico o moderno?
Sicuramente non sono mancati struffoli, pastorelle e scauratieddi. E di certo ne avremo ancora. Ma tra scambi di auguri e riconoscenze varie, ecco qualche panettone riposto lì sotto l’albero. Possiamo approfittarne per mangiarlo?
Certo che si! Il classico pandoro possiamo farcirlo con una delicata crema di ricotta oppure con la classica crema cilentana che si usa per farcire i cannoli. Avremo in tal modo anche il dolce. Tagliamo a strati di circa 1,5 cm il nostro pandoro ed alterniamo ad ogni disco una spalmata di crema. Continuiamo fino ad esaurire le due parti e poniamo in frigo per qualche ora prima di servirlo. Possiamo tranquillamente realizzarlo al mattino. E se poi vogliamo fare proprio un figurone, allora decoriamo con ciuffetti di panna montata e qualche ciliegia candita. A questo punto l’idea per il pranzo di Santo Stefano è fatta e… servita, buona festa!