San Biagio, un Vescovo tra storia, leggenda e tradizione

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ARTE E CULTURA

San Biagio, un Vescovo tra storia, leggenda e tradizione

San Biagio Vescovo

San Biagio si ricorda il 3 febbraio. Si celebra il giorno che segue la Candelora. Le due ricorrenze sono in un certo qual modo correlate tra loro. Nel giorno della Presentazione di Gesù al Tempio si benedicono le candele. Per San Biagio i ceri sono utilizzati per seguire un antico rituale al fine di porre i fedeli sotto la sua protezione. In provincia di Salerno e in particolare nella parte meridionale, diversi sono i luoghi in cui il culto è molto sentito.

San Biagio tra storia e leggenda

Una delle figure cristiane più popolari è senza dubbio San Biagio. La sua notorietà è sostanzialmente dovuta al fatto che i devoti lo riconoscono come protettore della gola. L’origine vanta una lunga tradizione che insiste da secoli. Si racconta che, durante il suo operato, San Biagio accorse in aiuto di un fanciullo che aveva ingerito una lisca di pesce. Il Vescovo salvò dal soffocamento il giovane con la sola imposizione delle mani. Da qui parte quello che oggi è uno dei rituali cristiani più partecipati per i fedeli. Nell’evocare il miracolo, durante la celebrazione si assiste al rito della benedizione. Il sacerdote, simbolicamente, incrocia due candele sulla gola dei devoti. In tal modo i fedeli sono posti sotto la protezione del Santo di Sebaste, che nella città dell’Armenia nacque nel III secolo. Inoltre è anche considerato patrono di pastori ed agricoltori, mostrando un profondo legame con il popolo.

San Biagio Vescovo

Riti e tradizioni

Sempre nel giorno della ricorrenza, un rituale molto diffuso è quello dell’unzione con l’olio. Durante la celebrazione, dopo averlo benedetto, si unge la gola. Si porta anche a casa, nelle proprie famiglie, per estendere la protezione a tutti. E se il rituale che richiama la componente religiosa è ben articolato, non da meno è l’aspetto culinario. Tradizione vuole che per l’occasione si portino in tavola le polpette. È una consuetudine appartenente soprattutto al Cilento. A differenza di quelle classiche che richiamano il piatto della domenica, le polpette di San Biagio possono definirsi particolari considerato che hanno come base le patate. Ad esse si aggiunge pane raffermo e formaggio caprino. Secondo le usanze di ogni singolo nucleo poi, si aggiungono aromi e arricchimenti. Non di rado compare qualche pezzetto di salsiccia appena stagionata, tenendo presente che ci troviamo ancora nel cuore dell’inverno.

Cilento, polpette di San Biagio
polpette (foto Giuseppe Conte)

San Biagio nel Sud della provincia di Salerno

A Sud della provincia di Salerno, San Biagio è patrono di numerose comunità. Nelle Diocesi di Vallo della Lucania e di Teggiano, il culto è ben rappresentato. Partendo dal Cilento, alla benevolenza del Vescovo e Martire, si affidano Montecorice, Matonti (Laureana Cilento), San Biase (Ceraso) e Casal Velino. Una devozione particolare è percettibile proprio in quest’ultimo. Nel giorno della ricorrenza il paese accoglie numerosi devoti che giungono dai paesi vicini. Fra i centri degli Alburni, invece, è patrono di Ottati. Nell’entroterra del Golfo di Policastro, sotto la sua protezione è posto Sicilì (Morigerati) che celebra la festività patronale in due occasioni durante l’anno: oltre al 3 febbraio anche a maggio. Pur sconfinando oltre i confini territoriali, è bene ricordare che una magna devozione è presente nella vicina Maratea, noto centro costiero della Basilicata tirrenica. E infine, ritornando nel perimetro salernitano, nel Vallo di Diano San Biagio protegge Atena Lucana.

San Biagio, un Vescovo tra storia, leggenda e tradizione ultima modifica: 2020-02-03T09:00:00+01:00 da Giuseppe Conte

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