San Matteo, un viaggio nei secoli dal Cilento a Salerno

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ARTE E CULTURA

San Matteo, un viaggio dal Cilento a Salerno

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San Matteo è patrono della città di Salerno. Ebbe i natali in Galilea. Morì nel 70 a.C. in Etiopia, laddove svolse la sua missione di evangelizzazione. Scelto da Gesù come uno dei suoi dodici Apostoli, è considerato autore dell’omonimo Vangelo. Tuttavia non vi è certezza su questo. L’evangelista vanta diversi patronati, tra cui banchieri, ragionieri e finanzieri.

San Matteo nel Cilento

Secondo la tradizione le spoglie furono rinvenute nelle terre dell’Antica Lucania. Il Cilento ne costituiva una estremità tirrenica e, secondo alcune tracce storiche, fu la città di Velia il luogo del ritrovamento. Sempre secondo la tradizione, giunsero alla foce dell’Alento nel V secolo. Vi rimasero per i quattro secoli successivi. Tuttavia nessuna notizia storica confermerebbe questa teoria né per quanto riguarda la cronologia né per gli stessi luoghi. Il monaco Atanasio – colui che le avrebbe identificate – le portò ai margini della patria di Parmenide e le depose in una cappella situata su un’isoletta formata dalle acque del fiume. Lasciata la terra occupata dai velini, le spoglie intraprendono il cammino verso la città di Caputaquis. La distanza tra le Marine e Capaccio era notevole, tanto che il Vescovo della Diocesi ‘Pestana’ ordinò una sosta nella chiesa di San Pietro a Rutino. E qui, in questo luogo, giace una antica leggenda.

Per un breve periodo le reliquie di San Matteo rimasero a Paestum
Paestum (foto Giuseppe Conte)

La fontana di San Matteo e l’arrivo a Salerno

Secondo la leggenda, i portatori ‘delle reliquie’, stremati per la fatica, nei pressi del paese stavano per accasciarsi al suolo. D’improvviso, ai margini della via sgorgò una sorgente che offrì loro ristoro. La fontana esiste ancora e porta proprio il nome di San Matteo. Giunte tra le rovine dei templi, furono sistemate in cattedrale e per breve tempo, riposarono nel Santuario della Madonna del Granato. In seguito, tenendo conto delle continue incursioni Saracene, nel 954 furono destinate a Salerno. Nel corso del tempo una devozione sempre crescente conferma il profondo attaccamento dei salernitani a San Matteo. Giunte in città, trovano una collocazione provvisoria. Successivamente sono collocate nella cripta del Duomo. Nel cuore del centro storico, la cattedrale si mostra con le sue splendide architetture. All’esterno il meraviglioso campanile. Nel corso del tempo, il Duomo ha subito diversi rifacimenti ed oggi può considerarsi monumento simbolo della città.

Le spoglie di San Matteo furono ritrovate a Velia

Il 21 settembre

L’alzata del panno segna l’inizio della festività. La ricorrenza cade sul finire dell’estate. Il momento più significativo è senza dubbio la tradizionale processione che si svolge nel pomeriggio del 21 settembre. La statua di San Matteo segue quelle dei Santi Gaio, Ante e Fortunato. Ogni anno un ricco programma sia religioso sia civile rende suggestivi i festeggiamenti che richiamano numerosi visitatori. Infine ricordiamo l’Inno a San Matteo dedicato per l’appunto al Santo patrono, composto da Mons. Alfonso Tisi che inizia così Seduto al tuo banco Ti vide il Signore; lo sguardo, la voce parlavan d’amore: Matteo, su vieni! e il cor ti balzò. Apostol dì Cristo, cantor del Vangelo, o Martire invitto, ottieni dal cielo Per tutti i tuoi figli, l’eterno gioir. Lasciasti il telonio, la brama dell’oro; Gesù ti promise celeste tesoro; in lieto convito con te dimorò.

San Matteo, un viaggio dal Cilento a Salerno ultima modifica: 2019-09-19T11:37:51+02:00 da Giuseppe Conte

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